Giua, Valerio Sanzotta, Frank Head e Milagro sono i Giovani ammessi alla finale di venerdì del Festival di Sanremo. Questo il primo verdetto emesso dalle giurie dopo la prima serata. Aperta dal commovente omaggio di Gianni Morandi all'intramontabile Nel blu dipinto di blu di Modugno, e chiusa dall'esibizione di un barcollante Francesco Tricarico.
Chi è in gara oggi - Tra i Big, nella seconda serata del Festival toccherà esibirsi a Loredana Berté, Sergio Cammariere, Giò Di Tonno e Lola Ponce, Finley, Gialuca Grignan, Mario Venuti, Little Tony, Mietta, Amedeo Minghi e Tiromancino. Tra i Giovani, esordiranno Ariel, La Scelta, Rosario Morisco, Francesco Rapetti (figlio di Mogol), Sonohra, Jacopo Troiani, Valeria Vaglio.
Ascolti mosci - Il Festival è partito maluccio. La serata di lunedì è stata vista da appena 9 milioni 518 mila telespettatori pari al 35.01% di share nella prima parte, nella seconda da 4 milioni 818 mila con il 39.44%. Siamo molto lontani dal trionfo del 2007, quando la coppia Baudo-Hunziker debuttò con nella prima parte una media di 12 milioni 452 mila telespettatori, pari al 43.80%, e nella seconda di 6 milioni 759 mila, con il 47.08%
Lacrime e cloni - Sanremo è Sanremo, più che uno slogan sembra un diktat, un mistero della fede. Lo dovrebbero capire una volta per tutte i commentatori che si lamentano delle lungaggini, del populismo di certe scelte, della poca rappresentatività della realtà musicale italiana. Il Festival nasce per la televisione e per gli sponsor, né è possibile puntare solo su una raffica di canzoni per tenere incollate allo schermo fino a oltre mezzanotte nonne e mamme, signore ultrasessantenni e pensionati. Probabilmente la cosa non sarebbe gradita nemmeno ai giovanissimi. Tornando all'apertura del Festival, dopo il commosso omaggio a Modugno, è toccato a Piero Chiambretti tentare di dare scossoni di ironia alla manifestazione. Simpatico lo sketch che ha visto Pierino la peste attorniato da una dozzina di cloni di Pippo Baudo, non particolarmente incisiva la presenza della comunque bella ed elegante Andrea Osvart, che ha ceduto alle lacrime appena arrivata in scena.
Le canzoni - Niente di veramente memorabile, tra le melodie che si sono fatte notare ci sono Domani, dei Giovani Milagro, e l'andamento radiofonico di Grande, di Meneguzzi, mai fortunatissimo al Festival ma adorato dalle fan e ben considerato dalle radio. Occhio a Toto Cutugno. Se Sanremo è Sanremo, specie nella nuova era Baudo, il cantante (reduce per di più da una lacrimevole storia di tumori diagnosticati e vinti) potrebbe vincere. In fondo, l'anno scorso Al Bano arrivò a un soffio da Cristicchi. Per il resto, brava ma troppo virtuosa L'Aura, la solita Tatangelo con una scontata storiella gay, un Fabrizio Moro che guarda a Vasco e potrebbe spuntarla, Gazzé, Eugenio Bennato e Tricarico da riascoltare, il collaudato mestiere di Zarrillo, Frankie Hi-Nrg troppo compresso dall'orchestra per rendere il suo rap davvero aguzzo.
Gli ospiti - Sul palco dell'Ariston si è rivisto Lenny Kravitz che ha presentato il suo nuovo singolo I'll Be Waiting. Spazio anche ad un numero tratto dalla versione italiana del musical High School, e all'ironia di Carlo Verdone, che insieme a Geppi Cucciari ha presentato il suo nuovo film Grande, grosso e Verdone.
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